Dedicato alla natività di Maria
Con la sua processione storica della prima domenica di maggio
Storia dell'oratorio e della processione, di Luigi Martini
Oratorio di Gannariente e tradizionale processione della prima domenica di maggio
Il luogo selvaggio dove sorge l’oratorio ha fatto nascere la leggenda che esso sia rimasto in piedi dopo lo scoscendimento che avrebbe travolto e distrutto un quanto mai fantomatico nucleo abitato, ma il racconto non regge. Resta il fatto che, a guardarsi attorno, si è presi da strana impressione di solitudine e mistero.
Le pareti dell’oratorio sono spoglie, ma si intravvedono tracce di affreschi (nota: affresco raffigurante San Giorgio e il drago parzialmente recuperato durante i lavori di restauro eseguiti nel periodo 2011-2012). Quella a monte era occupata da tre grandi tele di scuola fiamminga, cospicui doni di emigranti cavergnesi in Olanda. Purtroppo, l’opera di maggior valore è stata rubata nel 1989 (dopo taglio del catenaccio al portone!) e in seguito anche le altre sono state allontanate e riposte in luogo sicuro.
Ma, appena entrati, si nota la grande inferriata che chiude tutto l’arco trionfale e separa nettamente la navata dal presbiterio che si trova sopraelevato di quattro scalini. Questa poderosa opera artigianale si dice che provenga dalla Val Formazza: sarebbe stata portata processionalmente e poi montata sul posto, per l’adempimento di un voto. La processione deve aver superato il Passo Tamier, a 2772 m, per scendere in Val d’Antabia.
Il presbiterio ha le pareti e la volta completamente affrescate. Vi ha operato uno sconosciuto pittore del ‘600 che presenta scene della vita della Madonna cui è dedicato l’oratorio (nota: dedicato alla Natività di Maria che si festeggia l’8 settembre). L’ingenuo frescante s’è dato da fare riempiendo tutti gli spazi, ma anche quando ha tentato di imitare modelli famosi è rimasto rozzo e impacciato. Segnaliamo la scena della Fuga in Egitto, vista come idillica sosta durante il lungo viaggio; la Natività di Betlemme con l’adorazione dei pastori, per la strana impostazione; o la Sacra Famiglia che sembra ambientata nella piazzetta di Sonlerto (simpatica la presenza di un micione).
L’altare di marmo bianco (1904) è evidentemente sproporzionato allo spazio disponibile. La “Madonna di Gannariente” è posta nella nicchia sopra l’altare, incorniciata da grande ornamento marmoreo.
Il simulacro doveva essere una bella statua siciliana del 1582, ma fu malamente ridipinta e praticamente rovinata. Per di più, ancora nel 1989, mano ignota ha fatto lo scempio di asportare il Bambino che la Vergine reggeva sulle braccia (nota: successivamente la statua è stata ricomposta con un nuovo “Bambino”).
L’origine e la costruzione dell’oratorio di Gannariente non sono storicamente definite. Nei libri della chiesa si trova una descrizione fatta da un certo Giacomo Martini, nel 1886, dove il vecchio cronista ha voluto mettere nero su bianco tutto quanto sapeva dalla tradizione orale. Vi si legge, e si deve credere, della donazione di un’ancona, fatta nel 1566, alla cappella di Gannariente (dice: Gana Argenta). Dalla cronistoria si deduce che l’oratorio era nato come cappella votiva e che la costruzione della chiesa era stata resa necessaria per la grande venerazione alla Madonna di Gannariente.
La chiesa di oggi è cresciuta a tappe: prima il presbiterio (chiuso poi dall’inferriata di cui si è detto), poi la navata, indi la sacrestia, il campanile e infine il portico. La data 1595 che sta sull’architrave dell’entrata ci induce a fare un passo a ritroso nella storia bavonese. L’anno precedente a questa data, la Bavona fu scossa da eventi naturali che avevano letteralmente mutato il paesaggio: le frane di Fontana, Ritorto e del Valgiòi (di fronte a Foroglio). A ricordare il primo di questi disastri c’è un’incisione su un masso a pochi passi da Fontana: GIESU MARIA + 1594 + QUI FU BELA CAMPAGNIA. Una frase lapidaria che nasconde la tragedia di un popolo che ha visto scomparire, sotto tremendo rotolante boato, il frutto di secolari fatiche che avevano trasformato il pendio sassoso in tanti terrazzi coltivi. Dopo il muto sbigottimento, invece della disperazione, con la fede era stata trovata la forza per ricominciare d’accapo. La vita difficile, i pericoli incombenti, le disgrazie troppo frequenti sono senz’altro all’origine della tradizione religiosa profondamente radicata nella gente della Bavona.
Di questa religiosità è pure espressione caratteristica la processione votiva che ogni anno, la prima domenica di maggio, si fa da Cavergno a Gannariente. Anni addietro, la “festa di Calendimaggio” apriva la stagione della transumanza di uomini e bestie dal villaggio ai maggenghi del fondovalle bavonese, per continuare poi fin sugli alpi oltre i duemila metri. La processione era un rito propiziatorio che aveva importanza nel mondo contadino del passato. Ma anche oggi a Calendimaggio tutti tornano a Gannariente per questa processione che è una sintesi di tradizioni, di ricordi, di religiosità e di fede ancora autentica.
Fonte:
Oratori ticinesi / itinerario: Gannariente – Val Bavona, edizione Banca del Sempione
Testo originale: Giuseppe Martini / aggiornamento: Fausto Rotanzi
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2023 - Registrazione CANTI E LITANIE della Processione di Gannariente
Disponibile su CD o pennetta USB (ordinazioni al Consiglio parrocchiale)
Introduzione
La prima domenica di maggio, faccia bello o brutto tempo, ha luogo la Processione di Gannariente, una tradizione religiosa che si perde nella notte dei tempi, non si sa di preciso … ma sicuramente da almeno4 secoli e oltre (sopra la porta dell’Oratorio di Gannariente, sull’architrave, è incisa la data del 1595).
Si parte di buon mattino, alle ore 06.00, dalla chiesa parrocchiale di Cavergno e poi si risale la Valle Bavona, toccando tutti gli oratori delle Terre, fino a giungere all’Oratorio di Gannariente, dopo circa 10 km di cammino, dove alle ore 10.30 si celebra la Santa Messa. È una processione votiva, per invocare la protezione del territorio dalle catastrofi naturali, ben note in Valle Bavona, ma anche propiziatoria, per una favorevole stagione estiva e un buon raccolto, ai tempi di vitale importanza.
Ora – nell’anno 2023 dell’era cristiana – non vi è più questo stretto legame con il territorio e i lavori della tradizione contadina, siamo nella società dei consumi, della scienza e della tecnologia. Però la Processione di Gannariente mantiene intatto il suo significato e il fascino, per chi lo sa o lo vuole scoprire e rivivere di anno in anno. È una tradizione antica, nella sua essenza (anche se il tempo ha comunque cambiato le cosee non tutto è ora come è stato nel passato), ma nel contempo è attuale, moderna, con quel camminare che è di salutare attualità e quel contatto intenso con la natura, oggigiorno tutta da vivere e da riscoprire,
in uno scenario paesaggistico di straordinaria e rude bellezza. Poi, nell’intimo, si presta a varie interpretazioni, secondo le sensibilità di ciascuno, anche se ovviamente resta primariamente un appuntamento religioso nella tradizione della Chiesa locale. Quell’avviarsi all’alba verso una meta, vivendo il nascere del giorno in una comunità in cammino, ha in se una forza spirituale che travalica il tempo e la storia, stimolando a ricercareil senso del nostro esistere.
Alla processione, attualmente, partecipano circa 200 pellegrini (è una media) provenienti non solo da Cavergno, ma da tutta la Vallemaggia e da ogni parte del Ticino. Un appuntamento ancora sentito ma che conosce anch’esso la precarietà del vissuto religioso di questo nostro tempo, in preoccupante declino.
Anche per questo motivo, con questa registrazione, si è voluto lasciare traccia e testimonianza dei tradizionali canti e litanie della Processione, in modo che questo patrimonio religioso e culturale non vada perso e possa servire per dare auspicata continuità a questa tradizione tutta da vivere, tutta da scoprire. Buon cammino!
(Fausto Rotanzi)
1) Ore 06.00 – partenza dalla Chiesa parrocchiale di Cavergno
La prima tappa è l’Oratorio di San Luigi a Cavergno
Canto: Camminiamo sulla strada (si canta prima di giungere all’Oratorio)
Ad ogni Oratorio il celebrante propone uno spunto di riflessione e una preghiera
Lungo il cammino, tra un Oratorio e l’altro, si cantano le litanie dei Santi
Si segue la sequenza: litanie intonate dai priori della Processione, seguono gli uomini, quindi le donne
2)Oratorio di Mondada – canto: Stabat Mater
3)Oratorio di Fontana – canto: Ave Maris Stella
4)Oratorio di Sabbione – canto: Vexilla Regis
5)Oratorio di Ritorto – canto: Lodate Dio
6) Oratorio di Foroglio – canto: Mira il tuo Popolo
7)ore 08.45 – Oratorio di Roseto – canto: Lodate Maria
A Roseto la Processione fa una pausa di 15 minuti
8)Oratorio di Fontanellata – canto: Ausiliatrice, Vergine Bella
9)Oratorio di Faedo – canto: Ave Maria
10)Oratorio della Bolla – canto: Magnificat
11)Oratorio di Sonlerto – canto: Te Joseph Celebrent
12)ore 10.30 – arrivo a Gannariente e celebrazione della Santa Messa
Al termine della Santa Messa ha luogo l’incanto dei doni a favore dell’Oratorio di Gannariente